Il Progetto Corte

IL PROGETTO CORTE PENALE EUROPEA DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE
STORIA DI UN SOGNO DI GIUSTIZIA CHE PUÓ DIVENTARE REALTÁ

Già con il Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile tenutosi a Johannesburg nel 2002 si era palesata la necessità dell’istituzione, da parte dell’ONU, di un Tribunale internazionale per i crimini ambientali.
Sulla stessa linea altre iniziative, tutte protese a chiedere una effettiva Giustizia contro i crimini ambientali.
Tra coloro i quali hanno caldeggiato l’istituzione della Corte è doveroso evidenziare il lavoro dell’International Academy of Environmental Sciences (IAES), che ha altresì promosso due grandi iniziative politico – ambientali.
La prima proposta riguardava – e riguarda – l’istituzione della Corte Penale Internazionale dell’Ambiente per mezzo dell’ampliamento della già esistente Corte penale internazionale, previo inserimento di una nuova figura di reato: il disastro ambientale doloso, giuridicamente qualificabile come Crimine contro l’Umanità.
La seconda proposta è l’istituzione della Corte Penale Europea dell’Ambiente.
I principi di effettività, proporzionalità e dissuasività della sanzione penale sono presenti in diversi atti dell’Unione Europea, quali direttive, decisioni e programmi d’azione.

L’APPOGGIO INTERNAZIONALE AL PROGETTO CORTE

Pertanto, tali principi, calati nella disciplina ambientale, ben possono essere attuati da una Corte ad hoc.
Principi tutti citati nella cosiddetta Carta di Venezia 2006, atto che racchiude principi e finalità, ma, soprattutto, percorsi giuridici per giungere ad un nuovo sistema internazionale e europeo di Giustizia.
I “Progetti Corte”, così vennero definiti dalla IAES negli atti di corrispondenza con le istituzioni, videro sia il consenso, sia la formale adesione di Alti rappresentanti delle Istituzioni, di Capi di Stato, di Governo e di Personalità del Mondo della Cultura, tra i quali diversi premi Nobel per la Pace .
Ricordamo, tra gli altri, i Premi Nobel per la Pace Betty Williams, Shirin Ebadi, Rigoberta Menchù Tu, il 14° Dalai Lama,Tenzin Gyasto, Adolfo Perez Esquivel, Mairead Corrigan.
Ancora, ricordiamo i riconoscimenti e i sostegni di Personalità istituzionali come l’eurodeputato Michel Ebner, l’On. Hans-Gert Pöttering, già presidente del parlamento europeo nel periodo 2007 – 2009, il Prof. Massimo Cacciari, già Sindaco di Venezia, il Giudice Cuno Tarfusser (vice presidente della corte penale internazionale dell’Aia) e Franco Frattini, già commissario europeo della giustizia.
Ed ancora il riconoscimento e/o il sostegno di capi di Stato e di Governo come l’ex Presidente dell’URSS, Michail Sergeevič Gorbačëv, il Presidente Giorgio Napolitano, il Presidente del Senegal Abdoulaye Wade, il Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo spagnolo -José Luis Rodríguez Zapatero- il Presidente della CE Josè Barroso.
Ed ancora, vanno ricordati personalità del mondo della cultura, dei movimenti e della scienza, come, rispettivamente, lo scrittore Dominique Lapierre e Lilian Corra, pediatra neonatologa, membro e cofondatrice della Commissione di coordinamento del Network internazionale sulla Salute dei bambini, Ambiente e Sicurezza (INCHES). Presidente – al tempo dell’adesione alla IAES – dell’ISDE (Associazione internazionale dei dottori per l’Ambiente). Membro IAES, ha partecipato alle più importanti conferenze dell’Accademia, aderendo subito al Progetto Corte.
E ancora, per i Movimenti va ricordato Satinah Sarangi -ingegnere, attivista e fondatore della Sambhavna Tust, clinica gratuita per i sopravvissuti di Bhopal -, che ha lavorato e lavora nel gruppo di Bhopal per l’informazione e l’azione. Ha sostenuto i progetti IAES sin dall’inizio e ha partecipato a diverse conferenze. Inoltre, ha collaborato con una squadra della IAES che si recò a Bhopal per fare un film con musiche e dialoghi realizzati sul posto, intervistando sopravvissuti e studiosi come Sarangi.
Dopo diverse conferenze organizzate dalla IAES, si formarono comitati anche in altri paesi sotto il “segno IAES.

L’AUDIZIONE DEL PROF. ABRAMI PRESSO LA COMMISSIONE ENVI

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Il Prof. Antoni Abrami, Vicepresidente vicario della IAES, su invito del Presidente della Commissione ENVI, fu sentito in audizione dagli europarlamentari dell’omonima Commissione.
La Commissione Envi è una delle più importanti Commissioni che partecipa alla vita parlamentare europea.
Date le sfide del nuovo millennio, sia in tema di ambiente, sia in tema di salute pubblica e di sicurezza alimentari, tematiche sempre più centrali, è chiaro che questa Commissione è destinata a incrementare la sua influenza politica.
Dopo l’audizione, si aprì un confronto di alto e complesso profilo giuridico-politico su diverse questioni sollevate dagli eurodeputati di diversi gruppi.
Successivamente, al prof. Abrami furono formulate per iscritto ulteriori richieste di chiarimento in ordine, soprattutto, alla base giuridica di riferimento che potesse consentire l’istituzione della Corte penale europea dell’Ambiente.
L’Unione Europea, al termine di questa procedura durata mesi, si è alla fine pronunciata sulla proposta della IAES e l’Ufficio legale della Direzione Generale per le Politiche internazionali dell’UE pubblicava il relativo atto e traeva le sue conclusioni. L’atto dell’Unione Europea, dopo aver richiamato i passi salienti della proposta del Progetto Corte avanzata dal prof. Antonino Abrami, concludeva che, se per un verso la creazione di una nuova Corte Europea richiederebbe una lunga revisione dei Trattati, dall’altro ammetteva che la creazione di una sezione specializzata della Corte di Giustizia ovvero di un Tribunale specializzato in tematiche ambientali, potrebbe essere un obiettivo realistico a medio termine (per approfondimento, clicca sul link: http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/note/join/2011/432748/IPOL-JURI_NT(2011)432748_EN.pdf).
Oggi non possiamo più permetterci di aspettare.
L’ambiente è il luogo primario dove la vita di tutti si sviluppa.

#COURT4PLANET

Non ci sarà vita se non lo tuteleremo.
Ecco perché è vitale una Corte Penale Europea per l’Ambiente, affinché si applichino in modo effettivo, proporzionato e dissuasivo le sanzioni penali.
In tal modo l’Unione Europea potrà avere una importante funzione di controllo e di indirizzo nell’ambito dell’attività giurisdizionale dei magistrati dei Paesi membri, con funzioni di supplenza laddove la costituenda Corte verifichi l’inerzia ovvero una sostanziale condotta omissiva dei Giudici dei Paesi membri nell’accertamento e repressione di gravi violazioni compromettenti la vita degli Ecosistemi, dell’Uomo e della Biodiversità.
Ecco perché, oggi, invitiamo tutti a chiedere a gran voce una Corte così come descritta.
Ecco perché vi invitiamo a farvi baluardi di

#Court4Planet