EUROPEAN PENAL COURT OF HEALTH AND ENVIRONMENT FROM EUROPE A JUSTICE “ACTUAL, PROPORTIONED AND DISSUASIVE”
Venezia, 24 settembre 2019
Antonino Abrami Professore Emerito dell’universita’ di Nova Gorica
Intervento presso: CONFERENZA STAMPA di MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019,
presso la Sala Anna Politkovskaja, Parlamento europeo, Bruxelles.
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La situazione climatico-ambientale, con gravi problemi di siccità ed insalubrità del Pianeta Terra, è talmente drammatica che non v’è bisogno di parole forti che aggiungerebbero violenza verbale a violenza fattuale ed attuale.
Da anni tristemente attuale!
Diverse fonti -compresa l’edizione speciale Eurobarometro 295 (03/008)- indicano che gran parte dei cittadini europei, a causa dell’impatto diretto sulla loro vita quotidiana, considera molto importante la tutela dell’ambiente.
Da quando l’ambiente è entrato a far parte delle competenze dell’UE, molte sono state le norme adottate. Tuttavia il vero problema resta ancora la loro applicazione negli Stati membri e la direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale ambientale non risolve il problema della effettività di detta tutela. Essa infatti prescrive agli Stati membri solo di inserire nella loro legislazione nazionale sanzioni penali in relazione a gravi violazioni delle disposizioni del diritto comunitario in materia di tutela dell’ambiente. Ma nulla dice in ordine alla “effettivita’ “, al “come” si possa e debba far applicare la norma.
Di recente Unicef ed Oms hanno evidenziato che «nel mondo una persona su tre è senza acqua potabile sicura».
E ancora, un recente studio pubblicato su Nature prefigura un aumento dei conflitti armati fino al 26% se la temperatura globale dovesse continuare a salire.
Va subito sottolineato che di fronte a tali emergenze appare inadeguato l’attuale sistema di GIUSTIZIA AMBIENTALE vigente in Europa.
Infatti nonostante gli importanti passi in avanti compiuti con la direttiva europea del 2008, relativa alla tutela penale dell’ambiente, appare evidente che i tanti disastri ambientali di diversa natura, dal disastro del bacino del Danubio, ai tanti disastri in mare [dell’Amoco Cadiz in Francia (1978), Erika, coste della Bretagna (1999), Prestige, coste della Galizia (2002), ecc.] hanno provato, per stessa ammissione della CE, che è necessario un diverso piano di tutela per garantire a livello europeo un sistema sanzionatorio effettivamente uniforme -in Europa prima e poi nel mondo- ove la parola “responsabilità” non resti un flatus vocis nel deserto, una mera enunciazione di principio.
Fu proprio a seguito del Disastro del Danubio che la UE si rese ben conto della inadeguatezza del sistema sanzionatorio vigente in Europa per far fronte ai grandi disastri ambientali. Leggi tutto “CORTE PENALE EUROPEA DELLA SALUTE E DELL’AMBIENTE DALL’EUROPA UNA GIUSTIZIA “EFFETTIVA, PROPORZIONATA E DISSUASIVA””